M’è scuppiato in pietto nu dispiacere
M’è scuppiato in pietto nu dispiacere,
accussì all’intrasatta, pe na cosa e niente,
ma era na vita ca o tenevo in cuorpo,
perché basta na goccia pe fa traboccare o vaso
e n’importa si dentro c’è shampagna
o merda.
Sto dispiacere è accussì strano
ca non saccio manco che vò
è come nu pianto che non vo nescere.
Vurria qualcuno ca mi vulesse bene,
ma comme dich’io, non comme dici tu,
o tu o tu o tu o tu.
Qualcuno con cui cessare di essere una divisione
come quando ero ne la tua pancia, mamma.
Nu bene che mi facesse chiagnere
e così sciogliere sto dispiacere
e con esso sta vita mia. sta vita mia.
Amore e morte
Tu mi guardi e non mi vedi
e la mia anima muore.
Perché nei tuoi occhi
é racchiuso il mio mondo.
Perciò devo impormi
per amore o per forza
nella realtà o nel sogno
o vivrò senz’anima
nel gelo della solitudine
e, folle di paura,
bramerò l’ultima fuga.
Ma se altra paura l’impedirà
brucerò nell’odio
e combatterò mille battaglie,
con l’enorme coraggio
in cui il desiderio di morte
può trasformare la paura.
Sisto Firrao
.
Il mondo di Sisto Firrao, ingegnere e professore, è quello coltissimo dello “”Studio sui sistemi complessi”, ma io mi lascio sedurre molto di più dalla sua poesia.
“…la risposta che è nel domandare, nel desiderio, nella speranza, nel nulla infine, la vita. È nell’ascolto di richiami sempre lontani, nel pianto antico delle vostre domande.”
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Correlati
Bellissima e di un’intensità rara.
eran