Dis_abito
Il tempo era una veste macramè
traspirava d’azzurro
disegnavo giornate a tratti di pennello
stracci intrisi di colla e di colori
ne uscivano velieri foglie visi
gatti sornioni tavoli di rose
fiorivano le sedie e i portaombrelli
erano le mie briciole
per ritrovarmi se mi fossi persa
segnature di foglie
oscillazioni d’una ragnatela
scrivo sui gusci vuoti della sera
di case dove vive il mio fantasma
avere un corpo per lasciarlo andare
arrotolarlo a denudarsi l’anima
sfilarselo dal sommo della testa.
Alla periferia di noi
si gira al largo
si eludono esistenze provvisorie
fascinazioni vive
_ma non si può prescindere dai fatti_
le parole affollavano la bocca
di confidenze mute
ci si guardava a parte
d’altro che brucia gli occhi
si mira al centro
nell’avanzare rasentando amori
_la luna passa sotto le transenne_
s’onorano consegne:
mai confrontare scarti temporali
mai contrattare giorni del futuro.
Non si teme la morte né il presente
ma solo l’ombra e la dimenticanza
Cristina Bove
Sono nata a Napoli il 16 settembre 1942, vivo a Roma.
Ho cominciato da piccolissima a disegnare, a nutrire la passione per la lettura.
In seguito mi sono dedicata alla pittura, alla scultura e alla scrittura.
Mi sento testimone del mio tempo e della mia esistenza.
Considero la poesia un linguaggio universale, l’esperanto dell’anima.
grazie!
un caro saluto
cb