Anch’io salii le scale del mio non sapere,
anch’io come te, come l’altro, come molti
non avevo parola che dicesse il possibile
(entro il credibile, entro quel che è da credere,
e non è mio, è di tutti); eppure mi son fatto
così, uno che parla a stormi di versi
affamati di verità, come passeri nel gelo
d’inverno, come tutti i beati poveri, tutti
i santi beati che hanno lasciato se stessi
per trovar l’Altro, il vero, il solo sapiente.
Carlo Betocchi
Carlo Betocchi, Torino 1899 Bordighera 1986, rimasto orfano per la morte del padre nel 1911 con i fratelli Giuseppe e Anna, viene educato dalla madre, la quale segue e cura con particolare attenzione la sua formazione spirituale, Nelle sue poesie, situazioni quotidiane sono impregnate e rivestite di significati religiosi .Il tema fondamentale della sua poesia è la realtà della vita contrapposta all’ingannevole sogno. Altro tema ricorrente è il senso di fratellanza verso tutti gli esseri viventi, nei quali il poeta sente manifestarsi la presenza divina. L’esperienza religiosa di Betocchi non è misticismo, ma si fonda sul sentirsi felicemente parte della Creazione, in attesa di una salvezza che porti alla vittoria completa della “realtà” sul vano “sogno”.